“Gli imprenditori hanno la necessità di lasciare il segno. Spesso fanno cose grandiose ma non sempre riescono a raccontarle nel modo giusto”. Così Jlenia Ermacora, formatrice di Wyde The Connective School, società che organizza corsi di formazione per le aziende, durante il percorso dal titolo “Costruire il proprio personal branding” pensato per il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Varese. Un corso formativo diviso in quattro workshop che ha trattato i seguenti argomenti: “Growth Mindset”, “Living Your Excellence”, “Personal Presence", “Sapersi raccontare”.
Perché un giovane imprenditore ha la necessità di lasciare il segno? Per chi lo fa? Come può farlo? Sono alcune delle domande che sono emerse durante i workshop. “È importante raccontare bene il proprio personal branding senza cadere nell’autocelebrazione o nell’autoreferenzialità – ha affermato Ermacora -. Bisogna capire cosa interessa alle persone che ci ascoltano perché sono attratte da noi da sensazioni positive in cui si riconoscono”. Avere una propria personalità, essere empatici, entrare in sintonia con chi legge o ascolta. Usare parole non prevedibili, chiare e semplici. Andare oltre e guardare agli aspetti più personali degli interlocutori. Questi alcuni consigli per essere un bravo imprenditore nella narrazione di sé stesso e della propria azienda.
Aiutare i leader a raccontarsi nel modo giusto, perché ognuno è responsabile del proprio racconto: è l’obiettivo del percorso svolto dal Gruppo Giovani. “In questo modo è più semplice arrivare agli stakeholder. Le persone scelgono con più facilità e consapevolezza il brand. Si attraggono potenziali nuovi clienti e si è competitivi sul mercato”.
Un imprenditore costruisce la propria carriera professionale anche partendo da qui. Dal racconto di sé stesso e della propria immagine. “Quando un leader parla e si esprime, rappresenta la propria realtà. Per questo motivo – ha precisato la formatrice dei Wyde – è fondamentale costruirsi uno stile, una propria impronta”. Ma non è tutto. “Bisogna lavorare sulle proprie attitudini e sui propri punti di forza per enfatizzarli al massimo. Avere una consapevolezza di chi si è, senza, però, mai perdere di vista anche la necessità di possedere hard skills”.
Durante uno degli ultimi workshop si è parlato anche dell’utilizzo dei social media come strumento per raccontarsi. “Il linguaggio adatto a LinkedIn, per esempio – ha continuato la formatrice -, deve essere autentico. Bisogna spiegare in maniera chiara ma allo stesso tempo strutturata chi si è e cosa si fa. Individuare informazioni utili per chi leggerà il post”. Parole semplici, certamente. Ma, come usano dire in Wyde, “accese”. Cosa significa? Uscire dai soliti concetti sentiti più e più volte. “Siamo leader del mercato, offriamo soluzioni a 360°, persone al centro” ha specificato Ermacora.
Partire dai propri punti di forza e capire come impostare il proprio percorso professionale: questo l’obiettivo che deve porsi un giovane imprenditore a capo di un’azienda, specialmente nel caso di un passaggio generale all’interno di un’impresa familiare. “Come società di formazione lavoriamo sulle differenze che devono riunire e abbattere i confini; crediamo nella forza del team e aiutiamo le persone a fiorire”.
Cercare la particolarità e prestare attenzione ai dettagli. Capire cosa vuole ascoltare il pubblico di riferimento. “Bisogna essere allineati con il mondo che ci circonda ma anche essere visionari e cogliere le opportunità che riserva il futuro. Ragionare con la logica dell’apprendimento continuo – ha concluso Ermacora -. Bisogna imparare a conoscersi, capire i propri valori e la propria unicità e portare le competenze di cui si dispone”.